11 commenti su “Cosa ho imparato

  • Mi chiedo sempre perchè nella nostra bella Italia il fumetto venga così malvisto. Oltre ad essere un prodotto “di nicchia”; è un prodotto “subculturale”, che di “cultura” e “culturale” non ha nulla.
    In tutto il mondo è l’inverso, solo da noi no.
    Chissà perchè.

    Mistero.

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      • Mah, probabilmente è un unicum (e sicuramente voi che viaggiate in lungo e in largo per fiere e mostre avete un riscontro molto più ampio del sottoscritto), ma almeno qui in Inghilterra, se entri in una fumetteria trovi tanto il dodicenne quanto l’ottantenne che fa letteralmente la spesa.
        Se intavoli una discussione con sconosciuti non fanno differenza per ciò che concerne l’impatto culturale tra libro/musica/cinema/fumetto. Stessa percezione sulle discussioni via web. Insomma, qui la diffidenza non la avverto. E non la avvertii nemmeno in Francia o in Germania.

        Però a questo punto sarebbe interessante (se ti/vi va – o ti/vi sembra pertinente) leggere un articolo a riguardo. 😉

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  • Fabiano Bertello dice:

    Ti dirò una cosa che non ti piacerà molto, ma che credo sia un dato di fatto non solo per me:
    quando un editore (e li riconosci subito se hai un po’ d’occhio) passa quei 15-20 minuti a parlarti delle sue opere, ti senti quasi in obbligo di comprare qualcosa.
    Questo è un bene? Solo temporaneamente e solo ammesso che: 1. l’acquirente legga poi quello che ha comprato, 2. gli piaccia e dica “cavolo, aveva proprio ragione, questa sì che è una grande opera!”
    Se ciò avviene, lo saprai “presto”, perché sarà lui a venire direttamente da te la prossima volta.
    Se ciò non avviene, significa che hai venduto una copia, ma non ti sei conquistato un lettore.
    Una cosa che apprezzo di te è la lungimiranza, quindi sono sicuro che capirai cosa intendo.
    Per quanto mi riguarda, oltre a quelli che ti chiedono soldi per pubblicarti, ho scoperto ultimamente una terza categoria: quella di chi ti dice: trovami un finanziamento e ti pubblico.
    Per carità, ognuno ha la propria filosofia editoriale, ma io questi li metto grossomodo allo stesso livello degli editori -tipografia (quelli che ti chiedono di essere pagati).

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  • Concordo in pieno sui consigli dati agli autori/aspiranti e aggiungo: insistete. Se avete speso il vostro tempo per scrivere la proposal, se avete selezionato l’editore che ritenete giusto, se avete seguito le sue indicazioni per mandargli il materiale… allora avete diritto ad una risposta!

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