Dieci anni, dieci libri – 2013
- 14 Maggio 2019
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Quest’anno, per festeggiare dieci anni di attività, BAO Publishing realizzerà una spilla al mese a ricordo di un titolo fondamentale per il proprio catalogo. La quarta, dedicata al 2013, è di Strangers in Paradise. Ne esistono cinquecento pezzi, e viene spedita in omaggio – fino a esaurimento – con ogni ordine allo Shop Online BAO, fino al 31 maggio.
Nel settembre del 1994, leggevo le pagine redazionali in appendice a Cerebus numero 186, lo storico fumetto di Dave Sim. Ai tempi, Sim parlava ogni mese di un giovane fumettista il cui lavoro, per lo più autoprodotto, gli piaceva. Quel mese, si trattava di un texano, un tale Terry Moore, e della sua miniserie di tre albi in bianco e nero, Strangers in Paradise. Io avevo diciotto anni. Scrissi a Terry, per ordinare il volume che raccoglieva la miniserie. La amai da subito, e quando la storia prese la forma di una lunga serie, cominciai a seguirla con passione.
Arrivò anche in Italia, frammentata tra più Case editrici, sballottata dai marosi delle alterne vicende di quegli editori, al punto che era difficilissimo trovare tutti i capitoli della saga. L’ultimo editore pubblicò anche alcune uscite senza il permesso di Terry, ma lui lo avrebbe scoperto solo anni dopo.
Nel 2012, un nostro distributore ci disse: “L’editore di Strangers in Paradise non mi risponde più al telefono. E Terry Moore è a Torino Comics, questo weekend. Io se fossi in voi andrei a trovarlo.” Ci andammo, e ricordo ancora il pranzo in una trattoria tipicamente piemontese, con lui e la moglie Robyn. Avevamo due sacchetti colmi di libri BAO, tra i quali spiccava la nostra monumentale edizione di Bone, di Jeff Smith, che è un caro amico di Terry fin dai rispettivi esordi.
Ci salutammo con un piano, che nel giro di un mese divenne diversi contratti. Chiedemmo a una designer di nostra assoluta fiducia, Anna Iacaccia, di studiare una veste accattivante per Strangers in Paradise, che divenne una collana di sei volumi spessi come elenchi telefonici. Pubblicammo in un solo volume integrale anche la sua seconda serie, Echo, composta da ben trenta albi. Fu un successo quasi inaspettato, dato che è stata ristampata ormai tre volte.
Negli anni abbiamo pubblicato anche Rachel Rising, la sua serie horror, e Motor Girl, che parla della sindrome da stress post traumatico nei veterani di guerra. Abbiamo stampato SiP Kids, l’affettuoso omaggio di Terry alle strip dei quotidiani che ha sempre amato, e Strangers in Paradise – Venticinque anni dopo, ritorno alle atmosfere delle origini e preludio a Cinque anni, la serie che pubblicheremo l’anno prossimo.
Terry è tra gli autori più presenti nel nostro catalogo. È venuto due volte in Italia per BAO, è un amico di quelli veri. Una volta l’anno, il sabato del Comic-Con di San Diego, ci potete trovare a pranzo, immancabilmente, tra mezzogiorno e le due, da Sally’s Fish House & Bar. Siamo stati a casa sua (scoprendo qualcosa che neanche lui sapeva, ovvero che vive a seicento metri dalla clinica del Dottor Nowzaradan), ci siamo fatti portare a mangiare il barbecue tradizionale a Houston, in Texas. Il suo mondo narrativo ci è familiare in un modo assolutamente unico: Katchoo, Francine, David e tutto il cast, ma anche le protagoniste di tutte le sue altre serie, sono persone vere, di cui sappiamo così tanto da sentirne la presenza. Nella prima fase della nostra storia editoriale, volevamo portare in Italia opere dal mondo del Fumetto indie americano che fossero “necessarie” a una ideale biblioteca minima del lettore curioso. Strangers in Paradise era uscito, ma non era concepibile che non avesse una sua edizione omogenea, ben curata, che fosse sempre disponibile. Per l’importanza che ha avuto quel primo fumetto di Terry (che era davvero il suo primo, e se sfogliate il nostro Volume 1 lo capirete subito dalle evoluzioni dello stile) nella storia dei Comics americani, e per la sua capacità di entrare nel cuore dei lettori.
Io mi ricordo bene quando portai un’edizione americana in ufficio, ai tempi di quel primo contatto con Terry, e Caterina e Leonardo cominciarono a leggere per la prima volta un fumetto che era nella mia vita già da quasi vent’anni. Ogni mattina ne commentavano qualche aspetto, esclamando spesso “No spoiler!” se uno era andato più avanti dell’altro. Io li guardavo, più giovani di me ed emozionati come lo ero stato io la prima volta con quelle storie, e pensavo (di loro come forse speravo anche di me stesso), “è invecchiato bene”. E ora non riesco a pensare al nostro catalogo senza tutte le opere di Terry, uno dei narratori più onesti che io abbia mai conosciuto.