Dieci cose che ho imparato al Comic-Con di quest’anno
- 27 Luglio 2015
- 0 Commenti
– C’erano più furgoni delle emittenti televisive che mai.
– Quando entriamo negli Stati Uniti all’immigrazione una volta dovevamo spiegare nel dettaglio i motivi del viaggio. Ora diciamo: “Andiamo al Comic-Con” e la risposta è “Figo. Vorrei andarci anche io” e ci lasciano passare.
.
– L’asfissia degli spazi di Artist Alley si è arrestata, segno che la fiera sta cercando di tornare più “creator friendly”.
.
– La potenza di Star Wars è tale che, visto che allo stand Hasbro si vendeva in esclusiva un’action figure dei nuovi Storm Trooper, c’era più gente in fiera il giovedì e il venerdì che nel weekend. L’action figure è andata esaurita il giovedì pomeriggio e per la prima volta in vita mia ho vissuto una fiera in cui il giorno meno frequentato è stato il sabato.
.
– Molti stand, soprattutto di editori, non vendono nulla. Sono lì solo a scopo promozionale. Tra quelli che vendono, anche quelli con le esclusive più ambite, nessuno lavora con il ritmo di uno stand mediamente interessante a Lucca Comics. Forse anche per questo Comic-Con è, a livello di movimento tra gli stand, meno stressante.
.
– Una delle ragioni per cui Kelly Sue DeConnick è al momento considerata tra le persone più influenti del fumetto americano è la sua estrema disponibilità con i fan. Li fa sentire davvero importanti, come è giusto che sia, e viene ricompensata con una lealtà assoluta dai suoi lettori. (Adoro l’aneddoto che ci ha raccontato; sua figlia di sette anni è famosa per le risposte ciniche con cui inquieta la famiglia. Ogni anno, in fiera, alla conferenza della Milkfed Criminals, la società creativa che gestisce con il marito Matt Fraction, Kelly Sue fa un quiz ai presenti: dice una frase e la gente deve indovinare se sia stata pronunciata da Ultron, da Kanye West o dalla piccola Tallulah Louise.)
.
– L’industria del fumetto è realmente grata a Conan O’Brien per aver fatto le dirette da San Diego. Conan è un vero fan, e a detta di molti quelle quattro puntate hanno fatto molto per legittimare la cultura pop agli occhi del grande pubblico.
– Per molti autori con i quali ho parlato è stata un’edizione fantastica, piena di creatività, di progetti emozionanti per il futuro e di nuovi stimoli. Chi si ostina a dire che “ormai è tutto Hollywood” evidentemente non ci viene, oppure rosica perché non riesce a trarre dall’evento i benefici che vorrebbe.
.
– La festa per i cinque anni della Skybound, sull’attico al quinto piano dello stadio di baseball, era la prova dell’integrazione del fumetto nella cultura popolare mainstream americana, al di fuori della propria nicchia. In un’atmosfera cool e rilassata, con un ottimo buffet, nerd con ancora il badge al collo e attori (abbiamo incontrato mezzo cast di Silicon Valley, per esempio) chiacchieravano amabilmente o si facevano serigrafare al momento magliette con i loghi dei personaggi creati da Kirkman. Era una festa fatta per il gusto di farla, senza ritorno economico diretto, per celebrare il successo di un’azienda, e “quelli dei fumetti” erano i padroni di casa.
– Gli Eisner di quest’anno, per quanto si possa discutere sulle singole scelte, sono la fotografia accurata dello stato del mercato americano: Saga è ancora la cosa più significativa che abbia colpito il mercato tradizionale negli ultimi anni (e ricordiamoci che da loro non è considerato mainstream, ma un “indie book” perché non è delle due grandi), Lumberjanes e un’intera scuola di autrici sono diventati punti di riferimento innegabili e Raina Telgemeier è l’autrice di fumetti più importante nel mercato librario, nelle biblioteche e nelle scuole. Ovviamente in Italia “Raina CHI?!”, anche se è edita anche da noi.
.
Ma su quanto sta cambiando il mercato e quanto devono cambiare gli editori per cogliere le opportunità che si profilano all’orizzonte, faremo un discorso a parte nei prossimi giorni.
.
PS: Cosa che ho imparato bonus: in America Matteo Salvini fa stand up comedy, come è giusto che sia.
.
Se non avete gradito la battuta, sentitevi liberi di gridarmi pure “Ruspe!”