Dobbiamo fare più rumore
- 19 Giugno 2014
- 3 Commenti
Oggi ritorno alla vita. Una sera di inizio aprile ho risposto alla domanda “Come è andata oggi?” con la frase: “Sto avendo una lunga settimana. Finirà verso metà giugno.” Non esageravo: Napoli Comicon, Salone del Libro di Torino, Etna Comics, una quindicina di libri da mandare in stampa e nel mezzo, soprattutto, il nostro primo Temporary Shop, la BAO Boutique Brera. Per chi è curioso di capire che atmosfera ci sia stata, in quella ex tabaccheria in Via Solferino a Milano, qui ho preparato un album di fotografie, ma presto ci sarà anche un aftermovie dell’intera esperienza, e ve lo segnalerò quando sarà pronto.
La cosa più importante per noi è stato incontrare la gente. Curiosi, lettori già fidelizzati, passanti casuali nella via, giornalisti, coppie alla ricerca di un regalo per amici, genitori o zii alla ricerca di un libro per un figlio o nipote. Ogni settimana abbiamo avuto almeno tre eventi e c’è sempre stata un’entusiastica ressa per incontrare gli autori ospiti, per farsi dedicare le copie dei libri, per parlare con noi. Io che sono solennemente allergico alle feste, già dopo la serata inaugurale avevo avuto la sensazione che l’atmosfera alla BBB sarebbe stata molto positiva, perché non mi sembrava favorire i protagonismi, ma era invece perfetta per trasmettere amore e rispetto per il fumetto. Dopo un evento con Zerocalcare andato avanti fino all’una e mezza del mattino, una presentazione di Dylan Dog e perfino una giornata dedicata alla vendita scontata delle copie fallate dei nostri libri, ci siamo resi conto che la voglia di interfacciarsi con chi i fumetti li fa è fortissima tra la cosiddetta “gente normale”.
E allora forse sarebbe il caso di smettere di chiamarla così, perché non è che noi che amiamo il fumetto siamo poi così anormali, e perché sono bastate tre settimane di BBB per intaccare quella normalità borghese e far tornare almeno tre volte persone che, prima di mettere piede in negozio, non avevano MAI letto un fumetto in vita loro.
Abbiamo ospitato anche autori che non pubblichiamo noi, semplicemente per ammirazione e amicizia, creando gioiosi cortocircuiti editoriali che hanno fatto bene a tutti i coinvolti. E mi è balenato in mente che se noi da soli, che siamo “nuovi” e relativamente piccoli, siamo riusciti a fare tanto rumore con una serie coordinata di eventi, chissà cosa si potrebbe fare se tutti gli editori con un po’ di sale in zucca (se non sto parlando di te lo sai. Ti è appena andata a fuoco la coda di paglia) si organizzassero per fare qualcosa di simile nello stesso momento, creando una massa critica di notizie di attualità fumettistica da rendere ai media maggiori impossibile ignorarci.
A Milano ogni anno fanno una cosina che si chiama Salone del Mobile, ma è il fatto che le aziende più diverse prendano in affitto spazi per promuoversi in modo creativo che crea la vera attenzione mediatica. La città diventa la più grande pubblicità a cielo aperto del Paese e tutti, dagli utenti ai media, sembrano ben contenti di fare promozione gratis a quel fenomeno chiamato Fuorisalone.
Dovremmo pensarci. E poi dovremmo farlo. Perché ve lo assicuro, c’è una gran fame di fumetto, in Italia, in questo momento. E noi intendiamo soddisfarla, alimentarla, farne una sana abitudine nella dieta culturale di questo Paese.
3 commenti su “Dobbiamo fare più rumore”
Condivido appieno! È ora che anche il fumetto abbia il giusto rispetto e la giusta notorietà! Certe opere fumettistiche possono essere definite vera Arte (sì, con la A maiuscola) o piacevoli letture pari, e per niente inferiori, a quelle dei grandi libri! E soprattutto è ora di rivoluzionare un po’ l’Italia, usciamo dai canoni e dai pregiudizi comuni, avvicinandoci più a quel valore e quel rispetto che il fumetto ha fuori i nostri confini nazionali!
Il mondo dl fumetto è uno dei più interessanti nell’editoria di oggi, se c’è qualcosa di nuovo, originale e contemporaneo viene sopratutto da tutte le belle storie che pubblica Bao