Insegnare un mestiere, imparare un mestiere
- 29 Dicembre 2016
- 7 Commenti
Qualche giorno fa ero su un treno (ci ho passato quasi trecento ore, quest’anno, ho calcolato) e pensavo al fatto che non aggiorno questo blog da un pezzo. Ho cominciato a pensare a come strutturare un programma di post regolari che coprano tutti gli ambiti dell’attività editoriale, e ho preso qualche appunto. Poche ore dopo, sono stato fermato per strada da una persona che mi ha chiesto, letteralmente: “Perché non scrivi più su I tipi di BAO?“
L’ho preso come un segno del destino. E ho preso altri appunti. Da inizio gennaio mi impegno a scrivere un post a settimana, cascasse una pannocchia, e di accettare richieste sui temi da trattare, anche se ho già in mente diversi mesi di argomenti. Lo farò come se mi restasse un solo anno per insegnare a qualcuno il mio mestiere, una pratica che in Italia è sempre guardata con un certo sospetto ma che, se ci pensate bene, è la sola cosa che un lavoratore coscienzioso possa realmente trasmettere ad altri.
Se avete temi che vi interessano particolarmente, lasciate qui un commento o scrivete sulla nostra pagina Facebook. Io vi aspetto, fischiettando una opportuna canzone di Crosby, Stills, Nash & Young.
7 commenti su “Insegnare un mestiere, imparare un mestiere”
Ciao, Michele. Ti lascio qualche idea. Gli argomenti che mi interessano di più del fare editoria sono quelli pratici. Che tiratura minima necessita una distribuzione nazionale? Se si è una casa editrice sconosciuta, perché la libreria dovrebbe ordinare i tuoi titoli ed esporli? Ci sono delle clausole di contratto che impongono una tiratura minima e in seguito una esposizione “obbligatoria” nei punti vendita?
La materia mi interessa tanto. Aspetto con ansia la prima lezione del 2017.
Ciao, Luigi.
Spunti interessanti, ci rifletto su per strutturare le risposte. Ne verrà un post piuttosto lungo.
Buondì Michele,
Come si calcola il prezzo di copertina?
Davide, ciao.
Forse non avevi letto questo post, che comincia a rispondere alla tua domanda: https://itipidibao.wordpress.com/2014/04/23/ma-quanto-mi-costi/
Mi sono riletto anche io con piacere questo vecchio post.
Mi incuriosisce questo passaggio, parlando dei distributori per le librerie:
“E si tratta di copie vendute con diritto di reso, quindi non è detto che a un ordine corrisponda una vendita finale, certa, di pari valore.”
Si vende il volume alla libreria con uno sconto sul prezzo del 60%, ma la libreria ha diritto di reso. Se rende il volume, la casa editrice non guadagna nulla e la libreria non spende nulla, da tutto questo?
Esatto, però il distributore viene pagato per la movimentazione della merce. La libreria spende ore lavoro per esposizione, imballaggio e spedizione, comunque. Ecco perché cerca, giustamente, di ordinare in modo da avere meno rese possibile.
Ciao Michele, grazie per la risposta e per il link!