Ricominciamo a parlare di storie
- 7 Aprile 2016
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[Siccome è da un po’ che non posto nulla sul blog aziendale, ho pensato di scusarmi con un testo del mio poeta americano preferito, e.e. cummings, che mi sembra molto adatto al nostro mestiere e a questo periodo, in cui un po’ tutti cercano di far saltare in aria il mondo. Nei prossimi giorni ricominciamo a parlare di editoria, ma per oggi si parla di emozioni.]
Consiglio da poeta
Un poeta è una persona che sente, e che esprime a parole le proprie emozioni.
Può sembrare facile, ma non lo è.
Molti pensano o credono o sanno di sentire, ma questo è pensare o credere o sapere; non è sentire. E la poesia è sentire, non sapere o credere o pensare.
Quasi tutti possono imparare a pensare, a credere o a sapere, ma non esiste un essere umano cui si possa insegnare a sentire. Perché? Perché quando pensi o credi o sai, sei molte altre persone; ma nel momento in cui senti sei nessuno-a-parte-te.
Per essere nessuno-a-parte-te – in un mondo che fa del proprio meglio, ogni santo giorno, per renderti come tutti gli altri – significa combattere la battaglia più feroce in cui un essere umano possa impegnarsi; e non smettere mai di lottare.
Quanto a esprimere nessuno-a-parte-te a parole, questo implica lavorare un poco più duramente di quanto possa immaginare chiunque non sia un poeta. Perché?
Perché non c’è niente di più facile dell’usare le parole come qualcun altro. Tutti noi lo facciamo quasi sempre. E quando lo facciamo, non siamo poeti.
Se, alla fine dei vostri primi dieci o quindici anni a lottare e lavorare e sentire scoprirete di aver scritto un verso di una poesia soltanto, sarete già molto fortunati.
Quindi il mio consiglio per tutti i giovani che desiderano diventare poeti è: fate piuttosto qualcosa di facile, come imparare a far saltare in aria il mondo, a meno che non siate non solo disposti, ma ansiosi, di emozionarvi, lavorare e lottare fino alla morte.
Vi pare una prospettiva triste? Non lo è.
È la vita più meravigliosa possibile.
O almeno, questo è ciò che sento.