10 commenti su “Verrà la crisi e avrà i tuoi occhi

  • E voi continuate a insistere sul mercato delle librerie generaliste. A parte rare ed encomiabili eccezioni le fumetterie sono postacci gestiti senza criterio e intelligenza. Più che luoghi adatti a diffondere e far amare il fumetto sembrano piccoli ghetti attorno ai quali gravitano sempre le stesse figure (spesso incastrate nelle loro rassicuranti letture, del tutto insensibili al nuovo).
    Persone che neppure si sforzano di migliorare le condizioni del proprio settore e poi piangono la mancanza di lettori/clienti non meritano alcuna considerazione.

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  • Ho l’impressione che il problema sia, oltre alla questione della fumetteria come piccolo mondo e che questo mondo sia anche “antico”. Cioè c’è una grande paura di cambiare, “se compro dagli editori il distributore si arrabbia”, etc… invece proprio il fatto che non c’è rottura, proprio il fatto che alla fine tutti gli editori rimangono inchiodati tra i tre distributori genera un blocco totale. La vera solzuione è 4-5 editori di media grandezza che si associano e formano il loro distributore. Ci vuole poco. è il mondo cambierebbe.

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    • A dire il vero nello scenario che prefiguri tu il più grosso dei 4-5- editori comincerebbe a influenzare le dinamiche distributive come succede per i marchi editoriali legati ai distributori esistenti, Andrea. Sarebbe quasi inevitabile. Serve un’entità distributiva indipendente, una che non si faccia tentare dalla pazza idea di fare anche l’editore.

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  • Marco Scotti dice:

    L’idea dei signori della Bao è sicuramente encomiabile e da (piccolissimo) libraio dico che mi dispiace davvero che queste occasioni vadano perse…
    Secondo me i problemi sono a tutti i livelli, anche noi delle fumetterie abbiamo le nostre colpe e negarlo non è onesto…
    Detto questo, io vedo troppo sfilacciamento tra editori, distributori, fumetterie (e clienti): servirebbe più comunicazione e soprattutto più “maturità” professionale. A volte sapere percentuali o dati di vendita (o di scontistiche), cose secondo me normalissime, è più difficile che andare su Urano…
    Con le distribuzioni librarie (che macinano numeri ben più alti) queste “tarantelle” neanche se le sognano…

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  • Forse, prima di prendersela con la distribuzione (che non ha mai funzionato seriamente in Italia), sarebbe il caso di interrogarsi sulla reale vendibilità di certi prodotti (come i vostri) e prendere cognizione del fatto che i lettori di comics oggi in Italia sono un quarto di quelli di venti anni fa. E poi con una Panini che ha in mano il 95% del mercato dei comics, che senso ha la presenza di tanti editori che devono spartirsi il restante 5%? Che il circuito distributivo fondato sulle fumetterie (e che ha permesso il sorgere di tanti pseudo-editori) prima o poi fallisse era cosa nota anche dieci anni fa.

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  • L’aspetto da migliorare, come evidenziato in altri commenti, è quello della professionalità. Non si può andare avanti nominando direttori editoriali gente presa dai forum senza alcuna esperienza (vera) nel mondo dell’editoria, così come non si può mettere tutto il business in mano a dei fanzinari. Non mi riferisco a voi, ma al mondo del fumetto in generale. Dov’è la professionalità oggi nel mondo dei fumetti italiani? Io penso che non sia difficile rispondere a questa domanda, visto che la risposta la conosciamo tutti. La professionalità costa e i professionisti veri costano molto di più delle magre entrate di un volume, che ha venduto, si e no, 300 copie.

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