Il calendario di un editore
- 5 Aprile 2019
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L’anno di un editore non è come quello delle persone normali. È scandito da eventi precisi che ne influenzano le attività, conferendo al suo tempo proprietà elastiche per cui a momenti relativamente tranquilli (molto pochi, in verità) si alternano momenti di enorme concitazione.
Per una Casa editrice il cui mercato primario siano le librerie generaliste, gennaio è il mese delle rese: i librai rispediscono al distributore ciò che è rimasto invenduto e che credono che non riusciranno a vendere a breve, per liberare spazio a scaffale e in magazzino. Alla fine del mese c’è la fiera di Angoulême, il cui mercato dei diritti internazionali è la prima occasione dell’anno per fare acquisizioni e vendite a livello europeo.
A febbraio la situazione delle rese si è stabilizzata e iniziano i primi lanci (le uscite) di una certa importanza: alcuni libri hanno bisogno di essere visibili al pubblico per un certo tempo, prima di iniziare gli incontri con gli autori e il lato della promozione che implica partecipazione a fiere, organizzazione di firma copie.
A marzo iniziano le fiere di primavera, e quindi spesso è da quel momento che escono i libri che hanno bisogno di un lungo battage di promozione. Una case history precisa: il secondo volume di Kids With Guns di Capitan Artiglio è uscito a inizio marzo, e la promozione è iniziata a Cartoomics, a Milano. Finirà a dicembre, a Roma, a Più Libri Più Liberi, ma durante l’anno il buon Capitano viaggerà parecchio, per incontrare i suoi lettori.
A inizio aprile c’è la Bologna Children’s Book Fair. Per gli autori è una fiera consacrata agli illustratori e ai libri per l’infanzia, ma per gli operatori professionali è il secondo più grosso mercato dei diritti in Europa. I dipartimenti di Foreign Rights passano mesi a studiare e approntare le Rights List con i titoli (anche di prossima uscita) da proporre ai loro partner stranieri durante la fiera a Bologna. Solo la Buchmesse di Francoforte è più importante, da questo punto di vista.
Le fiere di primavera continuano fino a inizio giugno, poi il calendario di produzione inizia a contemplare lavorazioni complesse di libri per l’autunno. In Francia la settimana della riapertura delle scuole è la più importante dell’anno, per il mercato del libro. Se in Italia manca la rentrée litteraire, è comunque opportuno avere pronta parte dei titoli dell’autunno, in vista di due enormi apppuntamenti: Lucca Comics & Games e le strenne per le feste. Noi però, nel bel mezzo dell’estate, andiamo anche a San Diego a scoprire e pianificare i titoli americani del successivo biennio.
A Settembre ricominciano le fiere, e i festival letterari. A ottobre c’è Francoforte (che implica altri mesi di lavoro per la Rights List 2020), a novembre c’è Lucca. A dicembre Più Libri Più Liberi (l’anno scorso è stata la nostra seconda fiera per incassi, dopo Lucca). A Natale è inefficace lanciare sul mercato qualcosa dopo l’Immacolata. Il grosso degli acquisti per i regali a quel punto è stato effettuato o almeno deciso.
Attorno al 15 gennaio arrivano i dati di vendita dell’anno precedente, e vi assicuro che noi passiamo due settimane in apnea, con il fiato sospeso, per sapere nel dettaglio come siamo andati. Non facciamo a tempo a festeggiare il segno “+” nel venduto che è di nuovo tempo di rese, e il ciclo ricomincia.
All’interno di questa struttura obbligata, c’è spazio per infinita creatività, e per gli imprevisti. I libri in ritardo, quelli da spostare perché vanno lanciati all’occasione di una presenza degli autori difficile da schedulare, e mille altre situazioni che costringono l’editore a pensare in fretta e a offrire rapidamente soluzioni davanti alle avversità. Ci sono giorni in cui viene voglia di urlare per la frustrazione, e altri in cui tutti i pezzi cadono magicamente al loro posto. La cosa più importante è mantenere nel corso dell’anno risultati il più possibile omogenei, per non dare ai partner commerciali la sensazione di agire senza una reale pianificazione. È proprio quando si fidano di te che ti lasciano fare le cose più pazze, e ci si diverte davvero. Perché bisogna conoscere intimamente le regole e fare voto di sottomettervisi docilmente il novantanove percento delle volte, per guadagnarsi il diritto di pazziare ogni tanto. Ma è per quei momenti impossibili da mettere in agenda che viviamo noi. Quando la maratona diventa parkour, quando non hai la certezza di cadere in piedi, ma se lo fai vuol dire che sei veramente bravo, e i lettori meravigliosi che ti seguono te li sei meritati davvero.