21 commenti su “Ma quanto mi costi?

  • cosimosinchi dice:

    È un post davvero interessante, si capisce finalmente chi guadagna quanto e se un fumetto è venduto veramente ad un prezzo onesto.
    E ho capito anche che molti fumetti che ho comprato non avevano un prezzo onesto.

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  • veramente interessante, più o meno sapevo come funzionava il meccanismo, ma non avevo idea delle cifre, che sono in certi casi spaventose. praticamente il distributore, solo per distribuire un libro, ci guadagna anche fino al 40% del prezzo di copertina, quasi il quadruplo di quanto tocca all’autore? è assurdo. i costi di distribuzione in italia sono davvero altissimi! non so come funziona all’estero, ma qui sono davvero spaventosi.
    quello che mi fa strano è che, davanti ai vostri albi, sopratutto davanti ad alcuni titoli, ho sempre pensato che il prezzo fosse una sorta di miracolo, sopratutto mettendolo a confronto con i prezzi di altre case editrici di fumetti. prezzo più che onesto, sopratutto vista la qualità dei titoli e dell’edizione. però a quanto pare questa politica funziona e ripaga bene, visto quanto è cresciuta e sta crescendo bao in così poco tempo! bene, bravi!

    questo blog si sta dimostrando davvero enormemente interessante!

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    • Ricordati che il distributore rivende al libraio, Claudia, erodendo il suo margine di profitto. La filiera è lunga, e ciascun livello deve avere la propria parte. Autore ed editore condividono il rischio.

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  • Mario Rossi dice:

    mi scusi, Foschini.
    Lei parla di un anticipo sul diritto d’autore ipotizzandolo a 2240 euro sulla base di un 70% dell’8% del prezzo di copertina di un libro venduto a 20 euro e tirato in 2000 copie, giusto?
    Una tiratura che – salvo rari casi come Zerocalcare – spesso è già da considerarsi ottimistica se rapportata alle attuali ordinazioni medie delle librerie italiane di qualsiasi titolo (anche non a fumetti) basandoci sui dati dell’AIE o della Nielsen degli ultimi anni.
    Ma allora come mai quando giro per fiere di settore, spesso parlando e confrontandomi con gli autori (anche con alcuni che pubblicano per Bao), sento di anticipi molto più alti che date loro?
    Come fate poi a far quadrare i conti?

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    • In certi casi crediamo molto nella possibilità di vendere all’estero i diritti di quei libri, e quindi offriamo un anticipo più alto (ma non molto, credici) per far capire agli autori che siamo così motivati nel rappresentarli sui mercati esteri da essere disposti ad anticipare loro più soldi di quanti dovrebbe comportarne l’anticipo per la sola prima tiratura.

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      • Mario Rossi dice:

        grazie per la risposta, Foschini.
        Dalla quale posso considerare che, anche in questo caso, la sua casa editrice si distingue 🙂

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  • Alberto_Rogia dice:

    Forse la mia è una domanda sconveniente, ma non vuole assolutamente essere una critica! Io adoro i vostri libri, direi quasi “grazie di esistere”! 🙂
    Ma in pratica mi sembra di capire che un autore guadagni pochissimo (ne capisco benissimo il calcolo, non dico che dovete dare di più, altrimenti andrebbe tutto in mona!). Non disegno (al massimo mi diletto nello scrivere) e quindi non so i tempi di un disegnatore ma immagino impieghi molti e molti mesi per terminare un lavoro. Come guadagno mi sembra bassissimo. Paragonato a quelli che vengono pagati per ogni pagina e che effettivamente possono vivere facendo i fumettisti. Questo immagino dipenda dal numero di copie vendute. Però paragonati ad altri settori – paragone infelice mi rendo conto – ma un autore di questo genere di libri in pratica ricopre più o meno il ruolo di un coltivatore di caffè, prende una miseria e ci guadagnano gli altri su su nella catena. Mentre di base è lui a creare il prodotto. Ripeto, non è una critica a voi la mia è una constatazione…ma magari mi mancano degli elementi per capire bene, alla fine sono solo un lettore!
    (PS. ma nel caso ci sia sia un autore che uno scrittore la percentuale scende a 4% a testa?)

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    • Leggi il prossimo post, Alberto. E ricorda che l’editore spende cifre considerevoli PRIMA di rivedere un soldo, quindi non è che questo modello possa essere molto diverso da così. L’autore non può avere un ruolo parassitario nei confronti dell’azienda che lo pubblica, non trovi?

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      • Alberto_Rogia dice:

        Infatti come ho scritto non mettevo in dubbio che le percentuali fossero “eticamente” corrette. Constatavo solo che gli autori guadagnano pochissimo. Volevo solo vedere se avevo capito correttamente. Aspetto il prossimo post comunque grazie della riposta celere! 🙂

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  • Nathanielle dice:

    Articoli come questo sono un piacere da leggere! è un bene parlare di come si muove il mondo del fumetto dietro le quinte con trasparenza. Serve a tutti per capire meglio, sia per i lettori che per i colleghi. Contiate così!

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  • Due domande generate dalle considerazioni sulle scontistiche per i diversi canali fumetteria-canali librari generalisti (e dalla mia grande ignoranza sul funzionamento del canale delle librerie specializzate, alla luce anche dell’assenza del diritto di reso):
    – per il canale fumetteria mi pare di capire che non esista una figura analoga a quella del promotore (da cui lo sconto minore). I rivenditori ordinano le novità spontaneamente dal copertinario del distributore (Pegasus o chi per esso)?
    – riferendosi allo spedito lordo (non ti chiedo il netto perché mi sembra di esser troppo indiscreto, se già non lo sono così, nel qual caso mi scuso), qual è mediamente per un titolo venduto anche nelle generaliste, il rapporto tra venduto fumetteria e venduto canali tradizionali? Nelle classifiche ufficiali (quelle che pescano i dati da Nielsen e GFK) i dati mi sembrano moooooolto sottodimensionati, per le note ragioni dei limitati campioni di rilevazione (o meglio: dell’assenza in toto delle fumetterie appunto).

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      • 🙂 scusa, sono un po’ involuto…
        1) per le vendite in fumetteria, esiste un analogo del promotore che propone le novità in libreria?
        2) ero curioso, per un fumetto venduto sia in libreria generalista, sia in fumetteria, di quale fosse la proporzione tra i due canali.

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        • 1) No, non esiste. Per ora.
          2) Dipende. Il modello fino a qualche anno fa era 80% fumetteria 20% generalista, con le debite eccezioni, ma per noi ora si è attestato su 40% fumetteria e 60% generalista, sempre con le debite eccezioni.

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  • Pingback:Anonimo
  • Fabiano Bertello dice:

    Durante il Salone del Libro, mi è capitato di assistere ad una conferenza tenuta da Mondadori e tra le altre cose è stato citato il problema dei resi: secondo i loro dati, la percentuale dei resi si aggira intorno al 50%…
    Questa cifra mi ha lasciato abbastanza sconvolto… Anche per voi le cifre sono di questo livello? (ovviamente riferite alla porzione destinata alle librerie generaliste, che però da una risposta ad un precedente commento, per voi si aggirano intorno al 60%, dunque già una porzione considerevole del venduto)

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    • Bella domanda, Fabiano!
      No, per noi al momento le rese dalla varia si aggirano sul 20%, segno che non raggiungiamo ancora tutta la nostra platea potenziale di lettori. Diciamo che quando si assesteranno sul 30% sapremo di aver soddisfatto correttamente il mercato esistente e dovremo lavorare sulla sua espansione (cosa che stiamo già facendo, deve sempre essere contestuale, ovvio).

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