6 commenti su “Parlare chiaro per conquistare la fiducia dei lettori

  • “Insomma, quando quel libro sarà pronto ad andare in stampa, noi lo avremo già virtualmente venduto a moltissime persone, perché saremo stati noi a far sapere loro che quel libro esisterà, e a convincerli che lo desiderano.” Questo passaggio mi ha riportato alla mente una scena cruciale di “Cuore sacro” di Ozpetek, in cui la protagonista ascolta da manager rampante parole molto simili, proprio mentre sta maturando un dissidio interiore. In quel contesto la valenza che si dava a quelle parole era dichiaratamente negativa. In senso neutro, sono l’assunto di ogni strategia di marketing: convincere che sia desiderabile o addirittura necessario un bene di cui prima non si conosceva nemmeno l’esistenza. A renderle buone o cattive, io credo, sta solo l’onestà e la coerenza del “venditore”. E, nel vostro caso particolare, forse, anche la “necessità” effettiva del bene.
    Concordo sul fatto che uno dei vostri caratteri distintivi sia il lasciare spazio a titoli che sfuggono le definizioni di genere, e contemporaneamente definiscono il “genere Bao”: una delle cose più divertenti, per me, è andare sulla sezione shop del vostro sito e leggere la voce “genere” dei titoli che sono in procinto di acquistare. Ogni volta che sui blog di settore vengo a leggere di qualcosa che mi attira ma penso difficilmente potrebbe vedere la luce in italiano, o di qualcosa che vorrei vedere recuperato in una edizione che dia lustro al lavoro, mi viene ormai fatto di pensare a voi. E nove volte su dieci accade. E’ successo con “La lega degli straordinari gentlemen”, sta per succedere con “The Umbrella Academy” e “The Wicked + the Divine”. E poi ci sono le scommesse, i titoli che ho comprato principalmente perché, sì, erano titoli Bao. “Il porto proibito” e “Da quassù la Terra è bellissima” sono stati casi per me emblematici e dirompenti. C’era la qualità indiscutibile di un vostro prodotto, il vostro marchio di fabbrica,,, ma una qualità incredibile di storie alla base. Non a caso sono titoli che ho regalato più volte l’anno scorso, anche a persone che non si erano mai avvicinate al fumetto. Nel caso del Porto, un feedback che ho ricevuto da un “profano”mi ha confermato nell’impressione che avevo avuto pure io, che leggo fumetti da una vita: una veste editoriale pazzesca, ma soprattutto una storia incredibile, una cornucopia di meraviglie, per trama e disegni.
    E qui torniamo al discorso di prima, all’effettiva “necessità” del bene che vendete. Poi è una necessità che io considero oggettiva, per tanti non lo è forse.
    Abbiamo tutti bisogno di belle storie.
    Sono cibo. Si inseriscono nella nostra vita quotidiana, rendono fissato nella memoria un giorno che altrimenti sarebbe stato qualunque. E le emozioni che quelle storie regalano sono cose a cui si può attingere, in altri giorni qualunque.
    Abbiamo tutti bisogno di belle storie raccontate in bei libri.
    E Bao non è mai venuto meno a questo patto.

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  • Curiosità, ho un ricordo, di uno zoccolo con Cliff su sfondo Giallo…. Mi sbaglio?
    Ora la domanda è quanti e quali volte lo zoccolo è stato fatto in modo non “ortodosso”

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    • Diverse volte, perché quando il progetto grafico originale di un libro è così complesso da non permettere quella soluzione grafica, per rispetto nei confronti del design originale abbiamo rinunciato. Però è capitato davvero poche volte, su oltre seicento titoli pubblicati finora.

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  • Paola Antonelli dice:

    Grazie per questo post! Non è così scontato che un editore accompagni per mano il lettore nei più “intimi” meandri delle sue intenzioni…tutto quello scritto qui è sempre arrivato a noi lettori, ma approfondirlo così ci fa sentire ancora più vicini!
    E a questo punto, parlando da vostra lettrice…”oserei” chiedervi una cortesia! Migliorerei un po’ l’acquisto diretto dal vostro sito…ero super felice di usare una vostra gift card, ma è stata una piccola impresa…le ricerche multiple, sul vostro sito, sono un pochino difficoltose.

    E se parlo di ricerche multiple, è segno che non si tratta più solo di affezione nei confronti dei vostri titoli…è ormai dipendenza!

    Grazie,
    Paola

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