Per favorire la ripresa, in tutti i sensi
- 7 Gennaio 2015
- 10 Commenti
Passata la festa, gabbato lo santo, dice il vecchio adagio. Oggi riapre la redazione BAO e mi pare giusto riflettere sull’andamento dell’anno lavorativo di un editore. Un po’ come quei temini che fanno i telegiornali per rimettersi in forma ogni volta che scatta l’ora legale, che si sta a casa ad abbuffarsi per le feste, che viene il gran caldo.
Nel Fumetto, c’è la tendenza ad andare in letargo dopo Lucca Comics, quindi dai primi di novembre. Di solito l’incasso di quella fiera allevia in parte le preoccupazioni economiche, e non è inusuale che certi editori non pubblichino nulla fino all’anno nuovo. Ma la distribuzione uniforme delle uscite nel corso dell’anno è fondamentale per mantenere alta l’attenzione dei lettori e il conseguente stanziamento di fondi per comprare i titoli in uscita.
Certo, gennaio è un mese lentissimo per le librerie generaliste, i cui clienti si riprendono dalla bulimia di libri delle festività (regalare libri “fa fine e non impegna”). Inoltre è un mese monco, perché anche gli stampatori tornano a lavorare solo dopo l’Epifania, e se un titolo viene consegnato a fine mese, calcolando i tempi della distribuzione, non uscirà nei negozi prima di metà febbraio.
Quindi, al sette gennaio, un editore che sa il fatto suo deve:
- Aver acquisito tutte le licenze estere che gli servono per il catalogo 2015 (e anche per un pezzo di 2016).
- Avere stampato a fine 2014 alcuni titoli in uscita a gennaio 2015, da immettere sul mercato a inizio anno, per non avere momenti di “buco” nel flusso di uscite.
- Avere già fatto alcuni invii stampa a fine anno, calcolando il tempo che ci mettono gli articoli a uscire, soprattutto sui mensili, per sincronizzare la copertura mediatica con le uscite dei libri.
- Aver già pianificato un tot di eventi nel primo trimestre dell’anno, anche perché prenotare spostamenti e pernottamenti con largo anticipo consente un notevole risparmio sulle spese promozionali.
- Avere in lavorazione avanzata almeno una mezza dozzina di libri, per non tenere fermi i tipografi durante l’inizio del mese (qui in BAO mandiamo in stampa undici titoli in tre giorni lavorativi, questa settimana, tra novità e ristampe).
- Avere in preparazione gli impianti grafici di altrettanti volumi e in traduzione avanzata lo stesso numero di titoli, per non far rallentare la filiera produttiva.
Se ci aggiungete che il giusto tempo di lavorazione per un romanzo grafico di lunghezza medio-breve (diciamo entro le 160 pagine) è di due anni e che un editore come BAO ne produce oltre dieci l’anno, bisogna aggiungere anche le ore lavoro destinate all’editing.* Insomma, fermarsi è dannoso, per gli autori, per i redattori, per l’azienda e per il mercato. Produrre il giusto**, regolarmente, il più serenamente possibile è fondamentale perché un progetto di Casa editrice abbia successo.
E poi riaprire i battenti avendo in mente tutte queste cose è esaltante come un primo giorno di scuola***, credetemi.
* A proposito, vi va una serie di post su come si fa l’editing? Da una parte è il tipo di cosa che vorrei custodire come un prezioso segreto, dall’altra mi farebbe piacere condividere la mia esperienza su questa fase critica e delicatissima del lavoro di un editore
** Prossimamente scriverò un post sulla bibliodiversità, la bibliosostenibilità e il mito della decrescita felice.
** Se sei un secchione, per lo più.
10 commenti su “Per favorire la ripresa, in tutti i sensi”
Io voto per uno o più post sull’editing.
Mi sono sempre chiesto in un romanzo quanto l’editor possa influire e modificare quanto scritto dall’autore (e ci sono casi illustri in cui l’editor ha dato un grosso contributo per il successo del libro), ma sono ancor più curioso per un fumetto. Spero di non essere il solo a richiederlo 🙂
Anche io sono interessato al discorso editing
anche io!
Idem
Bellissimo post di inizio.
Assolutamente favorevole ai post sull’editing, lavoro fondamentale nell’editoria sempre più “lasciato indietro” per contenere costi… e per diminuire la qualità, aggiungo io. Ma attendo con curiosità anche il post sulla bibliodiversità, sulla bibliosostenibilità e sulla decrescita felice.
Con tale contraddizione alla base non potrà che diventare una serie di articoli meravigliosi. Editing sia, se le pare.
Ma anche la decrescita felice non è roba da poco. Auguri per l’anno lavorativo!
Assolutamente sì ai post sull’editing!!!
Bel post come sempre e rispondo un sonoro:”Sì!” ai post sull’editing.
Voglio sapere tutto! 😉
Viva i secchioni! Sono molto curiosa per i post sull’editing li attendo con trepidazione!