6 commenti su “Perché trasmettersi bene significa vendere bene

  • Vi dedico tredici chili e mezzo di ringraziamenti per aver creato questo blog e per aver impiegato tempo prezioso per condividere le vostre esperienze professionali con tutti.
    I tipi di BAO s’è meritato un posto tra i segnalibri del mio browser.

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  • Ciao, apprezzo molto questo blog e ne approfitto per andare off topic con una richiesta. Mi piacerebbe un post sul lavoro di traduzione e su come viene affrontato in Bao, specie a livello di rapporti tra editore e traduttore. Io traduco manga da parecchi anni e sono a dir poco esasperata dalle misere condizioni di lavoro imposte dagli editori di settore. Sto cercando di ampliare lo sguardo e farmi un’idea di come funziona presso case editrici non prettamente rivolte al mercato giapponese, per capire se il loro modus operandi è differente (ad esempio: Bao stipula contratti di traduzione per i volumi, quando affidati all’esterno?).
    Michele, so che hai lunga esperienza come traduttore quindi immagino l’argomento ti stia a cuore.
    Grazie mille,
    Federica

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  • Salve,
    Post molto interessate, specialmente sull’utilizzo delle tecniche di marketing.

    Sono d’accordo con lei, la concorrenza di qualità è necessaria! Così come é necessario trasformare il lettore da entità passiva ad attiva.

    Da stasera seguirò il suo blog molto attentamente 🙂

    Davide

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  • Questo blog è una delle novità più interessanti degli ultimi tempi.
    Secondo me alcune case editrici non hanno instaurato un rapporto maturo e franco con il lettore: io, in particolare, ho vissuto così la vicenda di Bone. A detta dell’editore che deteneva i diritti prima di voi, i lettori italiani non avrebbero trovato appetibile il volume unico, così io e altri ci siamo ritenuti fortunati ad aver letto la conclusione della serie dopo l’infinita odissea editoriale.
    La vostra edizione e il successo che ha riscosso mi hanno portato a pensare che forse le cose non stavano proprio così…
    Sinceramente, da lettrice, preferirei che mi venisse detto apertamente “Vogliamo usare le nostre risorse per promuovere altri prodotti, questo fumetto non rientra nelle nostre priorità, quindi non lo pubblicheremo”: gli editori non fanno beneficenza ed è legittimo che investano i soldi come meglio credono, ma non vedo perché si debba fare mistero della linea editoriale scelta.
    Continuate così!

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