16 commenti su “Proposte indecenti

  • Non sono un aspirante scrittore, ma ho una robusta carriera di lettore alle spalle. E anche di essere umano. Vorrei rispondere al tuo post, che ho letto con grande piacere, citando una frase di “Forrest Gump”, uno dei film secondo me al tempo stesso più innamorati della vita e cinici e disincantati sulla vita stessa: “Ecco, quando Michele mi spiega le cose, io le capisco”.
    Aggiungo solo che Punto 1 dovrebbe essere Punto 1 di ogni relazione sociale. Se solo fosse…

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  • Capisco di essere vecchio perchè ho DECISAMENTE “fatto quella faccia” … 😛

    Oh beh, va bene così… guarderò con (distaccato) interesse quello che succederà 🙂

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  • Dopo il punto 1 direi che potresti aprire una sezione della vostra pagina FB con “le più assurde proposte arrivate in Bao”… sarebbe divertente ed educativo per molte persone! 😀

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  • Matteo Batetta dice:

    Questo post giusto o sbagliato che sia, mi ha portato una riflessione sulla via che sto cercando di prendere come autore e sui progetti futuri. In questo senso ha raggiunto il suo scopo

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  • Onestamente sono davvero contenta che ci sia un post così ben scritto a fare da guida. Da persona che ha frequentato una scuola di fumetto, posso concordare sul fatto che si tende molto ad indirizzare gli studenti verso i filoni artistici principali, più conosciuti, ma chiunque non si riveda in quegli schemi, viene abbandonato a se stesso. Ogni professore tende a guidare l’allievo verso il proprio mercato, che è quello che meglio conosce ma non sempre il più adatto e gli autori affermati (giustamente) non hanno il tempo di spiegare agli esordienti come sarebbe meglio porsi. Inoltre, se posso permettermi senza sembrare arrogante, proprio per questa serietà tutta evanescente delle scuole di fumetto, la maggior parte dei ragazzi che infine si diplomano si dividono in: esordienti super convinti che tutto il mondo abbraccerà il loro sogno senza possibilità di replica e ragazzi che più umilmente si chiedono: ed ora? Da chi vado? Cosa presento? Gli editori sono davvero mostri a tre teste? E prende vita un circolo infinito e costosissimo di fiere, book e attese senza mai un feedback valido.
    Forse se ci fosse più organizzazione e più informazione prima, durante il periodo di studi, non trovereste poi così tante proposte, ma sicuramente più valide in proporzione.
    Solo una curiosità: in media, quanto tempo si può aspettare senza risposta, prima di considerare il proprio progetto cestinato?

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    • Non cestiniamo mai nulla. La risposta, anche negativa, può arrivare in poche settimane, se non siamo in un periodo concitato, o in qualche mese. Se però il progetto ci piace siamo più rapidi, di solito, sempre compatibilmente con gli impegni di redazione.

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    • Martina, anche io ho avuto un percorso simile al tuo. Ovviamente non posso generalizzare riguardo a tutte le scuole, ma sicuramente la mia, mi ha lasciato con molti dubbi e poche linee guida su come presentarmi in futuro. Parlando un po’ con altri esordienti alle fiere, mi pare di capire che siamo in parecchi ad aver/aver avuto questo problema. In ogni caso, credo che la cosa migliore sia sempre presentare i propri progetti di persona, vale per tutti i lavori: i curriculum inviati per email hanno quasi sempre esito negativo… o non lo hanno affatto.

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      • Ciao Luca,
        sono perfettamente d’accordo. Mi sono sempre presentata di persona infatti, ho dovuto far ricorso alle email solo nelle situazioni in cui andare in fiera era proprio impossibile a causa del lavoro o dei costi proibitivi che questi viaggi comportano. In ogni caso, ti dico che un po’ di speranza nei confronti delle mail lavorative, la nutro: la casa editrice per cui sto lavorando come illustratrice (scusa l’esempio, so bene che illustrazione e fumetto sono due mondi molto differenti), mi ha assunta proprio tramite email =)

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  • Approfitto di questo spazio per porvi una domanda in merito a una questione, inerente, credo, ma non approfondita sul post. Riguarda il caso delle figure di scrittore e illustratore separate. Mi sembra che in Italia ci sai molto più spazio per l’autore completo e che un aspirante autore deve comporsi il team da solo prima di affacciarsi a un editore. Un procedimento molto complesso che spesso porta via tanto tempo quanto la scrittura(raggiungendo non sempre i risultati sperati). Ora tralasciando i giudizi morali del tipo: Se non trovi qualcuno disposto a disegnare la tua storia vuol dire che non è abbastanza buona(perché spero siamo tutti d’accordo nel dire che le cose sono molto più complesse di così e che ci sono interessi che vanno ben oltre il semplice valore qualitativo della proposta). Premesso questo, volevo chiedervi qual’è la vostra politica in merito alla questione? Accettate semplici sceneggiature? Cosa ne pensate di questo modus operandi?
    Grazie per l’attenzione, sono molto interessato a capire come un pezzo grosso dell’editoria a fumetti italiana la cosa e perché.
    Ciao ( ●ᴥ●)ฅ

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    • Luca,
      parlo solo per BAO: noi preferiamo chi si presenta con tutte le componenti di un progetto (quindi o da autore completo, o come parte di un team già formato), ma moltissimi editori non hanno nessun problema a valutare una storia senza disegni. Semplicemente di solito ci vuole più tempo per farsi un’idea, ma non è certo una pregiudiziale. In realtà non lo è neanche per noi, solo che non siamo soliti accoppiare scrittori e disegnatori, perché dovremmo conoscerli, scoprire le loro affinità, ed è un procedimento spesso lungo e dai risultati non certi. Però non è un motivo per non valutare una proposta, ecco.

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  • Buongiorno Michele
    io, stranamente, devo riportare la mia esperienza che è diversa: ho frequentato la Scuola Internazionale di Comics di Reggio Emilia (insegnanti Gabos/Bacilieri/Camuncoli/Nizzoli e molti altri) ed è stata una esperienza incredibile. Molte volte “allungavano il brodo” dal punto di vista didattico (secondo me eh!) ma la cosa migliore e sulla quale si sono dilungati parecchio è come proporsi. Hanno parlato delle diverse case editrici, della rispondenza del singolo progetto alla casa editrice, di quante tavole inserire, della educazione, dell’essere comunicativi e sintetici e di mille altre cose che ritrovo spesso in quello che scrivi (che poi scrive anche Roberto Recchioni e molti altri professionisti del settore). Mi è servito moltissimo quando mi sono presentato agli editori (e dopo numerosi tentativi sono riuscito ad avere un contratto con un editore importante). Molti ragazzi che incontro non hanno idea di questo, per vivere bisogna aprire le orecchie, ascoltare, percepire e agire, magari fa molto anche non rinunciare se si è consapevoli (non volevo scrivere perle di saggezza oh! Mi sono scappate).
    Grazie per i tuoi post illuminanti.
    p.s. non riesco mai ad incontrarti in nessuna fiera o presentazione… ma non rinuncio.
    Grazie Michele.
    Tonio.

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    • Ma infatti quando le cose funzionano va così, Tonio, e grazie di averlo precisato! Io sono un grande fan del metodo delle buone scuole, ci tengo solo a far capire a chi le frequenta o vorrebbe farlo che non basta iscriversi e frequentare per trovare la propria strada. Cioè, non è automatico.
      A una prossima fiera! Scrivimi prima, così ti dico quando ci sono!

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