Reinvestire in qualità vuol dire crederci veramente
- 12 Febbraio 2015
- 5 Commenti
Stabilire il prezzo giusto per un libro è una questione delicata. È fondamentale che esso sia il massimo prezzo che si ritiene che l’acquirente troverebbe ragionevole per il libro che ci si appresta a pubblicare. Meno sarebbe irresponsabile nei confronti dell’intera filiera commerciale, che dovrebbe perdere introiti, di più significherebbe condannare il libro a restare invenduto.
Lo scopo dell’interazione tra l’oggetto-libro, il suo contenuto e il prezzo di vendita è catturare attenzione, suscitare interesse, provocare desiderio e indurre all’azione, ovvero all’acquisto, secondo il modello di marketing AIDA.
Un editore di fumetti ha tre grossi capitoli di spesa, quando si appresta a produrre un volume: l’anticipo sui diritti d’autore, il costo dei materiali di riproduzione (i file di stampa) e la fattura del tipografo.
In un mercato più grande e florido di quello italiano attuale il costo dei file inciderebbe meno, ma va tenuto presente che molte delle edizioni che trovate in fumetteria hanno tirature tra le mille e le duemila copie, il che significa che se per avere i file di un libro l’editore ha pagato mille euro, questa cifra può incidere da cinquanta centesimi a un euro per ciascuna copia stampata. (Al momento, visto che ve lo starete domandando, nessuna tiratura BAO è inferiore a duemila copie.)
Quando BAO ha iniziato la propria attività avevamo già ben chiaro in testa il prezzo che ritenevamo giusto per i nostri libri, anche se all’inizio siamo stati percepiti come un editore “caro”. Cinque anni dopo, prima di etichettarci in questo modo i lettori hanno imparato ad aspettare di aver toccato fisicamente le nostre edizioni, perché spesso il rapporto qualità-prezzo dei nostri volumi si è rivelato molto vantaggioso.
Fin da subito, abbiamo deciso di stampare parte delle nostre edizioni in Cina, per l’indubbio vantaggio economico che questa possibilità comportava, a fronte delle piccole tirature che sapevamo che il mercato del fumetto poteva assorbire.
Piano piano, però, sono successe diverse cose.
Il mercato ha cominciato a crescere, e ci siamo resi conto per esempio che dalle quattromila copie in su potevamo scegliere di stampare certi cartonati in Italia, perché i costi di avviamento incidevano meno sul costo per copia dei volumi.
L’euro ha recuperato valore sul dollaro, il che è una buona notizia per la nostra economia, ma significa anche che i servizi di stampa in oriente, spesso pagati in dollari da chi media tra gli editori e gli stampatori, convengono meno.
Potevamo semplicemente ritoccare lievemente i prezzi di certi nostri titoli, dato che la differenza tra una produzione cinese e una italiana si sta facendo sempre più esigua, ma visto che le tirature stanno aumentando, abbiamo deciso di reinvestire l’aumentata marginalità su quei titoli per stamparli tutti in Italia, e per di più su carta certificata FSC.
Così abbiamo stipulato un accordo con uno dei nostri principali partner tipografici, Aquattro di Chivasso, che già stampa le nostre più alte tirature, ovvero i libri di Zerocalcare. Nel 2015 Aquattro stamperà più di quaranta titoli BAO, tra cui tutte le serie americane, che saranno stampate su carta certificata FSC. Aquattro poi aderisce a un programma di compensazione dell’anidride carbonica emessa nelle fasi di prestampa, ed è quindi una delle tipografie con la carbon footprint più leggera d’Italia.
Questo per noi è un effetto virtuoso e tangibile dell’economia di scala: potevamo goderci un po’ di soldi in più grazie al fatto che siete più di prima, a leggere i nostri titoli, ma abbiamo deciso di reinvestire quel surplus in qualità, per fare i libri ancora meglio. È una scommessa, perché contiamo sul fatto che titoli di altissima qualità realizzati a regola d’arte vi convinceranno a sostenerci ancora e ancora, ma è una scommessa che possiamo fare perché ci siete, perché credete anche voi nel nostro progetto, quindi volevamo ringraziarvi fin d’ora, non perché siamo certi di vincerla, ma perché siamo felici e orgogliosi di poterci provare.
5 commenti su “Reinvestire in qualità vuol dire crederci veramente”
Mi fa molto piacere che una realtà italiana, in un momento di forte crisi, abbia deciso di reinvestirsi e investire sulla qualità (scusate il gioco di parole) e in più dichiara di essere in forte crescita.
Bravi.
Da una vostra sostenitrice e cliente! Adoro i vostri volumi e la qualità che mettete per produrli!
Ma quindi smetterete di far stampare i cartonati di quel titano del fumetto che è Paul Pope in Cina?
Perché, anche se non l’ho trovato scritto da nessuna parte, pure “Funziona una volta sola” è stato stampato in Cina, esattamente come Battling Boy. E, esattamente come Battling Boy, in fumetteria tutte le copie mi si aprivano fin troppo in mano, mostrando la rilegatura a filo e scricchiolando da far paura.
Infine, come da copione, dopo una lettura la colla del dorso interno ha ceduto, rischiando di staccare la controguardia incollata.
Una fine non proprio gloriosa per un autore come Paul Pope, né per l’edizione tanto bella (né, di certo, economica) scelta.
Grazie e, come al solito, siete mitici.
Bisogna fare un distinguo: Battling Boy è stampato e rilegato molto bene, mentre Funziona una volta sola ha avuto dei problemi in fase di rilegatura, su alcune copie, cosa che ci ha indotti a rinunciare a quello specifico fornitore.
Un amico mi segnala questo post.
Curioso che solo poco tempo fa, una semplice osservazione sulle stampe in Cina, abbia scatenato una sgarbata reazione da “coda di paglia”
https://itipidibao.wordpress.com/2014/05/06/visto-si-stampi/
Nessuna coda di paglia, te l’assicuro.